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giovedì 30 agosto 2012

 ALTRI CONSIGLI TECNICI UTILI PER GLI INSEGNANTI

Per aiutare nel migliore dei modi un bambino dislessico, ci sono alcune regole che i docenti possono considerare e tenere presenti. Per quanto riguarda l'organizzazione di un testo è bene utilizzare delle frasi brevi, maggiormante delle coordinate piuttosto delle subordinate, fare attenzione inoltre all'utilizzo di troppi pronomi in quanto il bambino può bloccarsi di fronte al carico cognitivo. Il modo maggiormente consigliato è il modo indicativo, forma attiva senza l'utilizzo di doppie negazioni.Dobbiamo considerare inoltre, l'età del bambino, e le difficoltà individuali...in base a questo possiamo scegliere il lessico più appropriato. Altra considerazione è: evitare di usare testi troppo lunghi, e raggruppare invece le informazioni per blocchi tematici.
Per quanto riguarda la grafica è bene corredare le immagini, tabelle, schemi senza "affollare" le pagine ma sempre in modo chiaro e non esagerato. Se si consegna un testo scritto a computer è bene usare un font pulito, senza troppe lineette aggiuntive, indicati sono: il Times New Roman, il Comics, il Verdana, l'Arial, utilizzando un formato piuttosto grande (ad esempio corpo 12 o 14), non spezzare le parole per andare a capo, distanziare a sufficienza le righe (interlinea 1,5 ) e usare, se possibile, lo stampato maiuscolo perchè è più facilmente leggibile e stanca di meno la vista.
Per evidenziare le parole chiavi o i concetti più importanti, se è possibile, usare il grassetto o colori differenti...maa, come già sottolineato in precedenza, non eccedere con i colori perchè il testo deve essere chiaro e pulito.

martedì 28 agosto 2012

STRATEGIE DIDATTICHE PER AIUTARE GLI STUDENTI DISLESSICI


Gli studenti spendono larga parte del loro tempo scolastico interagendo con materiali. Sussistono differenti problemi con i materiali scolastici, alcuni di questi sono collegati alla difficoltà nella lettura. A tal proposito è consigliato l'utilizzo del registratore in quanto è considerato un eccellente aiuto per superare questo problema. Possono essere registrate racconti e lezioni, compiti da svolgere; lo studente poi può ascoltare tranquillamente il nastro per facilitare la comprensione dei concetti e dei compiti stessi.
Un' altra modalità è chiarire e semplificare le consegne scritte.Molte di esse sono scritte sottoforma di paragrafo e contengono differenti informazioni. L'insegnante a tal proposito può aiutare sottolineando le parti fondamentali della consegna o riscriverle per favorire la comprensione da parte dell'alunno.
Altra tecnica che può utilizzare l'insegnante è di presentare una piccola quantità di lavoro, cioè selezionare un numero minore di pagine in modo che lo studente non diventi ansioso alla vista della numerosa mole di pagine da leggere e/ o studiare.Ad esempio: l'insegnante può richiedere di completare solo gli esercizi con il numero pari o dispari, oppure può presentare delle frasi e l'alunno deve poi completarle.
Un' ulteriore moldalità è sottolineare le informazioni principali ed essenziali: se un alunno ha difficoltà nel riconoscere quali sono le nozioni principali leggendo un testo, l'insegnante può intervenire evidenziando con un pennarello o sottolineando le parole/ frasi principali in modo da rendere migliore la comprensione da parte del suo alunno.
Inoltre, alcuni materiali non prevedono abbastanza attività pratiche per far sì che gli studenti con difficoltà di apprendimento acquisiscano padronanda nelle abilità prefissate. Gli insegnanti devono essere loro stessi a completare i materiali con attività patiche.Gli esercizi pratici includono giochi educativi, attività di insegnamento tra pari, uso di materiali auto-correttivi, fogli di lavoro aggiuntivi.
E' importante, inoltre, fornire un glossario che spieghi il significato dei termini specifici e una guida per la lettura; quest' ultima offre allo studente una mappa di ciò che è scritto nel testo e comprende una serie di domande per aiutarlo a focalizzare i contenuti rilevanti durante il suo percorso di lettura.

venerdì 24 agosto 2012

COSA DEVONO FARE I GENITORI?

E' bene prendere coscienza del fatto che se un bambino è dislessico non è colpa dei genitori o della scuola nè tantomeno del bambino stesso. La dislessia è caratteristica come può essere il colore degli occhi. E' omportante che i genitori l'accettino e cerchino di cogliere gli aspetti positivi per affrontarla al meglio.Nel corso degli anni le conoscenze sempre più approfondite e l’esperienza di chi ci è già passato hanno reso possibile stilare una sorta di consigli utili di seguito elencati.I genitori devono informarsi sul problema velocemente, cercare una appropriata valutazione diagnostica, discutere del problema con gli insegnanti, aiutare il bambino nelle attività scolastiche, utilizzare strumenti anche alternativi alla pura lettura (cassette, cd, video, computer).E' importante leggergli spesso libri di narrativa e di vario genere così da aiutarlo ad arricchire il suo vocabolario ma anche a poter interagire con i suoi coetanei sugli stessi interessi comuni. Quando si legge è bene non considerare il proprio figlio come uno spettatore passivo, ma è bene renderlo partecipe ed interagire assieme a lui.
E’ bene sfruttare i diversi contesti che si creano durante la giornata per descrivere e raccontare ciò che circonda il bambino parlandogli di ciò che il bambino vedrà prima, durante o dopo l’esperienza (ad esempio una passeggiata al parco, andare a fare la spesa, preparare una torta ecc…) e per sfruttare l’attenzione e la curiosità verso cose nuove, spiegandogli ciò che vede con un linguaggio vario, semplice ma corretto, cercando di non semplificare le parole e scandendole bene e non in modo affrettato. E’ bene incoraggiare e rinforzare i tentativi del bambino nel dire le parole, è consigliato chiedere direttamente al bambino il suo stato d'animo, le sue sensazioni, è consigliato inoltre aiutarlo a capire le sfacettature della dislessia così da permettergli di prendere consapevolezza e aiutarlo ad acquisire sempre più autonomia. E' bne cercare di mettere in risalto la capacità e le qualità di vostro figlio, promuovere attività dove eccelle.

venerdì 17 agosto 2012


Ma lo sapevi che...GLI AMBIDESTRI SONO PIU’ A RISCHIO PER DISLESSIA E IPERATTIVITA’?
 
Studio scientifico condotto dagli psicologi dell’ Imperial College di Londra su quasi 8000 bambini presi in esame in due distinti momenti della loro crescita.
In una prima fase, i bambini oggetto della ricerca sono stati intervistati all’età di 7/8 anni, con il preciso obiettivo di trovare quanti tra essi fossero in grado di usare sia la mano destra che sinistra per le loro attività; una volta identificati i bambini ambidestri (87 per la precisione), si è aspettato di analizzarli insieme agli altri all’età di 15/16 anni. Al termine dell’esperimento, è emerso che proprio i bambini ambidestri mostrano maggiori probabilità di avere disturbi del linguaggio e un cattivo rendimento a scuola rispetto a destri e mancini, con l’aggravante del rischio di sviluppare il temibile disturbo da deficit d’attenzione e iperattività durante gli anni delle scuole superiori.
Alina Rodriguez, coordinatrice del gruppo di ricerca, ha commentato questo risultato cercando da una parte di evitare gli inutili allarmismi ma, dall’altra, invitando genitori, insegnanti ed educatori ad una maggiore attenzione ai segnali di disturbo che i bambini possono inviare in grande anticipo, per cercare di evitare loro sofferenze e disagi inutili.
Questo significa che il cervello dei bambini che scrivono con tutte e due le mani lavori in modo diverso da quello degli altri, resta però da comprendere quale sia questo modo e se a provocarlo sia una causa genetica o una condizione esterna che interviene nella fase di crescita e sviluppo del bambino.

martedì 7 agosto 2012



I PARAMETRI FONDAMENTALI per la diagnosi di dislessia

 
I 2 parametri fondamentali sono: velocità di lettura e accuratezza.
Rispettivamente con velocità di lettura si intende che si conteggiano le sillabe lette per un'unità di tempo(sillabe al seconodo); mentre con il termine accuratezza si vuole indicare che si conteggiano gli errori prodotti nella lettura di un testo.
La velocità di lettura viene calcolata nel seguente modo: si divide il numero di sillabe di cui è composto un brano per il numero complessivo di secondi; si confronta poi il punteggio ottenuto con le fasce di prestazioni riportate di seguito, esse sono 4:
Criterio Completamente Raggiunto (CCR)
Prestazione Sufficiente (PS)
Richiesta di Attenzione (RA)
Richieste di Intervento Immediato (RII)
Per definizione diagnostica, se la velocità di lettura di un soggetto si discosta dalla media di 2 deviazioni standard, allora il soggetto è certificabile come dislessico.

Prendendo l’esempio della terza elementare:
- un normolettore dovrebbe leggere intorno ai 2,99 sill/sec:
a) calcolo due deviazioni standard (1,1 x 2 = 2,2);
b) le sottraggo alla media: 2,99 – 2,2 = 0,79 sill/sec
0,79 sill/sec è il limite sotto il quale un soggetto di terza elementare rientrerebbe nella diagnosi di dislessia.